#05. L'autostop
Anni 80, Treviso Concerto di Claudio Baglioni, decidiamo di andarci…ci saranno ragazze impazzite in attesa di ascoltare Questo piccolo grande amore. Ci vado con Marco amico di sempre senza che nessuno si preoccupi del rientro. Leggerezza, un passaggio si trova sempre, ci diciamo.
Il primo autostop arriva sul cavalcavia di Treviso a mezzanotte e venti e io a Preganziol ci arrivo senza grossi patemi, una coppia giovane, gentile e curiosa del concerto; si ferma quasi subito, rientravano da una cena con amici.
Marco abita però a Martellago, non proprio una rotta facile. Sicuro della sua faccia da bravo ragazzo ci riprova. Ormai è l’una, orario in cui girano solo teppisti e lupi di mare. Viene tirato su da 4 ragazzi che per farlo sentire subito parte del branco gli offrono una sigaretta simpatica, che lui declina con fare principesco ma è chiaro che la situazione non è agile.
Dopo un po’ di chiacchiere realizzano che Martellago non è lungo il loro tragitto e che forse la benzina potrebbe non bastare. Troppo tardi, la macchina si ferma e sono costretti a spingerla al benzinaio più vicino, a quel punto Marco investe i suoi ultimi 5 mila lire con la richiesta di essere accompagnato a casa... per favore.
Ho sempre considerato L’autostop un’ottima occasione di scambio, di conoscere altre persone, piacevoli e curiose; una domenica con Claudia e 4 passaggi siamo arrivati a Duna Verde al mare. Era un modo facile e disinvolto per tornare a casa, per recuperare il ritardo, l’autobus perso o uno sciopero improvviso. Era sicuramente una avventura, certo chi si metteva in strada a fermare le macchine di sconosciuti passava spesso per un poco di buono. Per me è una bella forma di altruismo, e se posso lo faccio ancora oggi… lo so, sono un senza regole e finirò sgozzato.
Oggi è desueto sono altri modi hai il cellulare… mi vieni a prendere… o c’è bla bla car, flexibus etc. Mi piace comunque pensare che sia un aiuto, un restituire un favore, rispondere ad un bisogno e secondo il principio della circolarità: chi lo ha ricevuto, lo deve restituire.
Restituisci l’aiuto che hai ricevuto facciamo girare un po’ di bene, aiutiamoci su e daje.
Anni 80, Treviso Concerto di Claudio Baglioni, decidiamo di andarci…ci saranno ragazze impazzite in attesa di ascoltare Questo piccolo grande amore. Ci vado con Marco amico di sempre senza che nessuno si preoccupi del rientro. Leggerezza, un passaggio si trova sempre, ci diciamo.
Il primo autostop arriva sul cavalcavia di Treviso a mezzanotte e venti e io a Preganziol ci arrivo senza grossi patemi, una coppia giovane, gentile e curiosa del concerto; si ferma quasi subito, rientravano da una cena con amici.
Marco abita però a Martellago, non proprio una rotta facile. Sicuro della sua faccia da bravo ragazzo ci riprova. Ormai è l’una, orario in cui girano solo teppisti e lupi di mare. Viene tirato su da 4 ragazzi che per farlo sentire subito parte del branco gli offrono una sigaretta simpatica, che lui declina con fare principesco ma è chiaro che la situazione non è agile.
Dopo un po’ di chiacchiere realizzano che Martellago non è lungo il loro tragitto e che forse la benzina potrebbe non bastare. Troppo tardi, la macchina si ferma e sono costretti a spingerla al benzinaio più vicino, a quel punto Marco investe i suoi ultimi 5 mila lire con la richiesta di essere accompagnato a casa... per favore.
Ho sempre considerato L’autostop un’ottima occasione di scambio, di conoscere altre persone, piacevoli e curiose; una domenica con Claudia e 4 passaggi siamo arrivati a Duna Verde al mare. Era un modo facile e disinvolto per tornare a casa, per recuperare il ritardo, l’autobus perso o uno sciopero improvviso. Era sicuramente una avventura, certo chi si metteva in strada a fermare le macchine di sconosciuti passava spesso per un poco di buono. Per me è una bella forma di altruismo, e se posso lo faccio ancora oggi… lo so, sono un senza regole e finirò sgozzato.
Oggi è desueto sono altri modi hai il cellulare… mi vieni a prendere… o c’è bla bla car, flexibus etc. Mi piace comunque pensare che sia un aiuto, un restituire un favore, rispondere ad un bisogno e secondo il principio della circolarità: chi lo ha ricevuto, lo deve restituire.
Restituisci l’aiuto che hai ricevuto facciamo girare un po’ di bene, aiutiamoci su e daje.