#03. La doccia con le mutande
Lo spogliatoio maschile della palestra è sempre un vero spaccato sociologico e fucina di vere dinamiche dalla comunicazione efficace. È un luogo democratico, trovi il CEO con il quale hai trattato fino allo sfinimento il tuo preventivo il giorno prima, il tuo benzinaio, gli studenti, gli studenti universitari, l’avvocato, il mondo banca, il pensionato vedovo informatissimo circa gli sconti del supermercato, poi ci sono i bro, i gym bro, i convinti e quelli dai racconti improbabili, c’è anche Filippo il mio trainer, il più bravo di tutti. C’è chi ha abbandonato la grammatica da tempo e chiede “oh raga se dovrei comprarmi un bel cell cosa mi consigliate…”. Quelli che si vantano dei loro acquisti di moda fashion “ho comprato un kimono di un nuovo stilista un tale Yes I Loren…”. Povero Yves, chissà che dolore e che dispiacere per chi segue la comunicazione del brand. E poi i fanatici del sesso e della prestazione alla Cirque du Soleil, abili adulatori sempre, ma sguardo basso quando sono accompagnati dalla moglie boiler.
Una mattina il classico tipo tutto preciso, look sofisticato, super griffato con tanto di cappellino in lana e calzetti in abbinata, in spogliatoio se ne esce con un racconto da vero super sex. Con tranquillità e a voce decisa racconta che spesso è in giro per lavoro, in una trasferta incontra al bar dell’hotel due cugine assatanate, due bombe del sesso. Subito nasce grande intesa e già poco dopo, verificate le intenzioni, si passa ai piani superiori e la camera 412 diventa la location perfetta per una notte veramente hot.
In spogliatoio sono le 08:05 e ci si prepara per la doccia prima di affrontare la giornata. I dettagli piccanti si sprecano e le domande dei curiosi di più, ancora oggi mi chiedo se fossero veri approfondimenti o solo prese in giro per il poveretto. Non c’è esitazione nei racconti, testa di qua, gambe di là, e di su e giù… ad un certo punto aggiunge “volevo chiamare il WWF, per essere protetto…”. Un vero latin lover.
Tutti molto stupiti e divertiti ma poi, poi doccia e… il fenomeno che fa? La fa con le mutande. Credo non si vedesse una cosa del genere dalle scuole medie nel 1982. I commenti sono fuori luogo ma scontati. Siamo sempre tutti liberi di fare quello che più ci rende tranquilli, ma dopo tanta disinvoltura e coraggio nei dettagli cosa fai? Lanci il sasso e poi, non solo nascondi mano e le braccia, ma pure scappi e ti nascondi. Ci sono azioni che devono portare a scelte coerenti, ci sono prese di coraggio che devono essere forti fino alla fine.
Che dire. Rispondere alle aspettative non sempre è facile, tante pressioni, tanti occhi addosso per capire come ti mostri, come lavori. Che poi… è anche un po’ come sei, ma così sei proprio indifendibile.
Lo spogliatoio maschile della palestra è sempre un vero spaccato sociologico e fucina di vere dinamiche dalla comunicazione efficace. È un luogo democratico, trovi il CEO con il quale hai trattato fino allo sfinimento il tuo preventivo il giorno prima, il tuo benzinaio, gli studenti, gli studenti universitari, l’avvocato, il mondo banca, il pensionato vedovo informatissimo circa gli sconti del supermercato, poi ci sono i bro, i gym bro, i convinti e quelli dai racconti improbabili, c’è anche Filippo il mio trainer, il più bravo di tutti. C’è chi ha abbandonato la grammatica da tempo e chiede “oh raga se dovrei comprarmi un bel cell cosa mi consigliate…”. Quelli che si vantano dei loro acquisti di moda fashion “ho comprato un kimono di un nuovo stilista un tale Yes I Loren…”. Povero Yves, chissà che dolore e che dispiacere per chi segue la comunicazione del brand. E poi i fanatici del sesso e della prestazione alla Cirque du Soleil, abili adulatori sempre, ma sguardo basso quando sono accompagnati dalla moglie boiler.
Una mattina il classico tipo tutto preciso, look sofisticato, super griffato con tanto di cappellino in lana e calzetti in abbinata, in spogliatoio se ne esce con un racconto da vero super sex. Con tranquillità e a voce decisa racconta che spesso è in giro per lavoro, in una trasferta incontra al bar dell’hotel due cugine assatanate, due bombe del sesso. Subito nasce grande intesa e già poco dopo, verificate le intenzioni, si passa ai piani superiori e la camera 412 diventa la location perfetta per una notte veramente hot.
In spogliatoio sono le 08:05 e ci si prepara per la doccia prima di affrontare la giornata. I dettagli piccanti si sprecano e le domande dei curiosi di più, ancora oggi mi chiedo se fossero veri approfondimenti o solo prese in giro per il poveretto. Non c’è esitazione nei racconti, testa di qua, gambe di là, e di su e giù… ad un certo punto aggiunge “volevo chiamare il WWF, per essere protetto…”. Un vero latin lover.
Tutti molto stupiti e divertiti ma poi, poi doccia e… il fenomeno che fa? La fa con le mutande. Credo non si vedesse una cosa del genere dalle scuole medie nel 1982. I commenti sono fuori luogo ma scontati. Siamo sempre tutti liberi di fare quello che più ci rende tranquilli, ma dopo tanta disinvoltura e coraggio nei dettagli cosa fai? Lanci il sasso e poi, non solo nascondi mano e le braccia, ma pure scappi e ti nascondi. Ci sono azioni che devono portare a scelte coerenti, ci sono prese di coraggio che devono essere forti fino alla fine.
Che dire. Rispondere alle aspettative non sempre è facile, tante pressioni, tanti occhi addosso per capire come ti mostri, come lavori. Che poi… è anche un po’ come sei, ma così sei proprio indifendibile.