#08. La ricetta della bistecca
E poi ci sono cose che vanno bene solo se si rispettano i tempi giusti, almeno in linea di principio.
Mi spiego meglio, per fare un bambino, diciamo senza complicazioni servono i 9 mesi. La notte più attesa dell’anno, quella di san Lorenzo, è sempre il 10 di agosto, anche se gli esperti raccontano che da qualche anno sia la notte successiva. Noi vogliamo attenerci alla poesia del Pascoli, il dieci è la notte dei desideri e della cavallina storna, ma è così anche per molte altre date e tempi.
Un giorno è sempre di 24 ore, giusto?
Il concetto tempo nel lavoro rispecchia le stesse cose. C’è un tempo per la creatività, un tempo per lo sviluppo e poi presentazione e accettazione dal cliente, cliente che in questo periodo storico è vagamente confuso e poco motivato.
Superare certi tempi, andare lunghi, diventa estremamente pericoloso. Sorgono i ripensamenti, le esitazioni, subentra la moglie che ha gusto, il figlio che studia design o, peggio, la fidanzata che durerà fino a domani ma che condizionerà il progetto portandolo nella terra di nessuno e dove nessuno vuole stare.
Pensando a queste dinamiche mi vengono sempre in mente tutte quelle attività che necessitano di tempi ben precisi. Un po’ come cucinare una bistecca, quello è.
Tu puoi partire per tempo, metterci tutta la tua professionalità, selezionare l’allevamento migliore, farti dare il pezzo di carne più morbida, comprare il miglior sale del ghiacciaio meno inquinato e gli aromi biologici che hanno visto solo acqua e sole, anche la padella o la bistecchiera potrà essere la più performante del mondo ma poi tre minuti da un lato e tre dall’altro ed è pronta per essere mangiata.
Cucinarla troppo è un disastro assicurato al pari della suola dei migliori mocassini di Gucci.
Così nei processi creativi: mai oltrepassare il tempo massimo, il cliente non sarà mai soddisfatto.
E poi ci sono cose che vanno bene solo se si rispettano i tempi giusti, almeno in linea di principio.
Mi spiego meglio, per fare un bambino, diciamo senza complicazioni servono i 9 mesi. La notte più attesa dell’anno, quella di san Lorenzo, è sempre il 10 di agosto, anche se gli esperti raccontano che da qualche anno sia la notte successiva. Noi vogliamo attenerci alla poesia del Pascoli, il dieci è la notte dei desideri e della cavallina storna, ma è così anche per molte altre date e tempi.
Un giorno è sempre di 24 ore, giusto?
Il concetto tempo nel lavoro rispecchia le stesse cose. C’è un tempo per la creatività, un tempo per lo sviluppo e poi presentazione e accettazione dal cliente, cliente che in questo periodo storico è vagamente confuso e poco motivato.
Superare certi tempi, andare lunghi, diventa estremamente pericoloso. Sorgono i ripensamenti, le esitazioni, subentra la moglie che ha gusto, il figlio che studia design o, peggio, la fidanzata che durerà fino a domani ma che condizionerà il progetto portandolo nella terra di nessuno e dove nessuno vuole stare.
Pensando a queste dinamiche mi vengono sempre in mente tutte quelle attività che necessitano di tempi ben precisi. Un po’ come cucinare una bistecca, quello è.
Tu puoi partire per tempo, metterci tutta la tua professionalità, selezionare l’allevamento migliore, farti dare il pezzo di carne più morbida, comprare il miglior sale del ghiacciaio meno inquinato e gli aromi biologici che hanno visto solo acqua e sole, anche la padella o la bistecchiera potrà essere la più performante del mondo ma poi tre minuti da un lato e tre dall’altro ed è pronta per essere mangiata.
Cucinarla troppo è un disastro assicurato al pari della suola dei migliori mocassini di Gucci.
Così nei processi creativi: mai oltrepassare il tempo massimo, il cliente non sarà mai soddisfatto.